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Reologia di dispersioni colloidali concentrate di PTFE
Autori: M. Cocchia, R. Lapasin, M. Malvasi, E. Marchese, A. Sanguineti
Presentato al: VII Convegno Nazionale Di Reologia Applicata
Anno: 2001
Volume: Unico
Issue: Unico
Casa Editrice: Arti Grafiche Landi
Lingua: Italiano
Abstract
Il politetrafluoroetilene (PTFE) presenta una combinazione peculiare di proprietà chimiche e fisiche di estremo interesse in molti settori industriali. L’ampio spettro di applicazioni tecnologiche risulta ancor più dilatato grazie all’introduzione di processi innovativi di polimerizzazione in microemulsione che rendono possibile la produzione di PTFE sotto forma di nanoparticelle 1. Un esempio importante è costituito dalla formulazione di sistemi vernicianti composti da dispersioni acquose concentrate di nanoparticelle di PTFE, destinate alla realizzazione di sottili film protettivi e antiaderenti su supporti di diversa natura. La qualità del prodotto finale è strettamente legata alle caratteristiche strutturali di tali dispersioni e alle corrispondenti proprietà reologiche, che giocano un ruolo essenziale nella fase di applicazione e nel successivo processo di filmazione. Nel caso in questione il controllo delle proprietà reologiche risulta particolarmente critico in quanto la concentrazione volumetrica di fase dispersa è molto alta e non distante dal valore limite, corrispondente alla condizione di massimo impaccamento; in tale campo di contenuto di solido, anche minime variazioni delle caratteristiche geometriche e strutturali della fase dispersa possono produrre cambiamenti molto rilevanti, di tipo qualitativo oltrechè quantitativo. Nel presente lavoro sono riportati i risultati di un’indagine sperimentale, condotta in campo lineare e non lineare, su dispersioni acquose concentrate di particelle di PTFE. Nella preparazione dei sistemi sono state utilizzate due frazioni monodisperse differenti ai fini di valutare l’effetto delle dimensioni e della miscelazione delle due frazioni. Inoltre, sono stati presi in considerazione differenti contenuti dei due tensioattivi, ionico e non ionico, usati per la stabilizzazione della fase dispersa, con l’obiettivo di esaminare l’influenza che tali componenti, ed in particolare quello ionico, esercitano sulle caratteristiche strutturali e, di conseguenza, su quelle reologiche.
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