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Applicazioni pratiche dei risultati di studi sulle proprietà di scorrimento di rivestimenti industriali bicomponenti
74.zip Autori: G. Torriano
Presentato al: VII Convegno Nazionale Di Reologia Applicata
Anno: 2001
Volume: Unico - Issue: Unico
Casa Editrice: Arti Grafiche Landi
Lingua: Italiano


Abstract
Un settore non trascurabile della reologia si occupa delle proprietà di flusso nel campo delle pitture e vernici, dove la risposta del materiale a sollecitazioni a shear molto basso condiziona il processo di filmazione, dal momento della stesura fino all’indurimento finale, e la risposta a shear molto alto governa il processo della messa in opera con i diversi sistemi presentemente in uso. Da alcuni decenni pitture del tipo “two can” trovano sempre maggiore diffusione. In queste il legante, che viene a formarsi nel processo di filmazione, è il risultato di una reazione chimica tra i componenti che si trovano nei due contenitori, da mescolarsi al momento della messa in opera; per questi materiali gli studi reologici portano un contributo fondamentale alla conoscenza degli aspetti cinetici del processo di filmazione e spesso consentono l’interpretazione di fenomeni importanti, quali processi di disgregazione delle particelle del pigmento e delle cariche, fenomeni di bagnamento, idratazione ecc.
Studi reologici su pitture e vernici sono stati effettuati da poco meno di un trentennio presso questo dipartimento. Più di recente l’interesse è stato rivolto allo studio della filmazione di pitture “two can”. Precedentemente, non poco lavoro era stato dedicato alla risposta dei vari sistemi vernicianti a basso e bassissimo shear, lavoro di viva attualità dal momento che, negli anni ‘60 e ’70, necessità varie, quali la tutela della salute dei lavoratori e la protezione dell’ambiente, nonchè problemi economici, portarono all’impiego di pitture “high build”, atte a esser stese ad alto spessore, per dar luogo, in una sola passata, alla formazione di film che una volta asciutti possano raggiungere 150- 200 micron e più.
Si fa riferimento in questa memoria ai risultati ottenuti nello studio di un sistema epossidico “two can” all’acqua, del tutto esente da solventi, di un sistema “two can” epossi-cemento, all’acqua e solventi, di un sistema “two can” epossidico-addotto “in situ” della stessa resina, di tipo tradizionale al solvente, cui si aggiunge un sistema poliestere-melammina “one can” a basso tenore di solvente, induribile a forno. I sistemi sono tutti del tipo “high build”.

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